domenica 6 settembre 2009

a settembre 2009

Ieri a casa dello zio di Amadou c'era poco da mangiare dopo il tramonto e il calvario quotidiano del ramadan. Gli assegni di disoccupazione sono finiti, il mio uomo non trova il posto lavoro che cerca ovunque da un anno, non ci sono soldi. Io pure non ho trovato un occupazione, così mi sono iscritta a un corso di formazione per diventare bibliotecaria... E' arrivato il momento terribile a cui non avrei mai voluto assistere: le persone che non hanno i soldi per un pasto come si deve. Ieri sera mentre salutavo quello che da qualche giorno è diventato mio marito ho temuto di dover affrontare un attacco di panico nel mettermi a giacere nel letto con il nostro bambino, per fortuna però sono riuscita a controllare le mie emozioni e le mie paure e ad addormentarmi abbastanza tranquilla. Dobbiamo pensare positivo ho pensato mentre dentro di me so che dovremo vedere con i nostri occhi tutti gli effetti negativi della crisi e del feroce capitalismo che l'ha voluta provocare... Quelle persone che vagano per le strade senza una meta precisa, con i vestiti sporchi e con la visione della morte che gli è entrata nel viso dovrebbero vederle tutti con il massimo della solidarietà anzichè con un pacchetto sicurezza, peccato che molta gente in loro non veda altro che la paura atavica ignorante e troglodita dell'occupazione del proprio territorio. 
L'unica vera intelligente soluzione alla crisi non sono la competizione e la concorrenza ma la collaborazione tra cervelli, la solidarietà, la presa di coscienza che il mondo è più bello da vivere solo se tutti abbiamo la possibilità di renderci la vita più vivibile e non una gara a chi è più forte, più figo, più guerriero. Bisogna che le nostre menti lavorino perchè l'aria non venga più sporcata, bisogna davvero farci venire delle fantastiche idee perchè l'economia divenga sostenibile in ogni senso. La disoccupazione non ha senso, tutti abbiamo qualcosa da dare, tutti dobbiamo mettere in campo i nostri pensieri per trovare delle soluzioni che soddisfino soprattutto noi che dal basso abbiamo bisogno di scacciare la paura di rimanere senza lavoro. Il menefreghismo dilagante da parte di chi tanto i soldi ce li ha ancora e ne ha fatti ancor di più deve solo farci venire la voglia di partecipare a delle grandi azioni collettive costruttive. Non serve a nulla bruciare delle auto come hanno fatto in Francia, dobbiamo convogliare la nostra rabbia in nuove strutture collaborative, pacifiche, ecologiche, umane al fine di arrivare a un modello di società in cui il merito va a chi nella società fa delle cose che rendano i nostri insediamenti davvero più vivibili e non a chi ha avuto più potere per fottere gli altri e portarsi a casa il bottino, escort comprese.
Ognuno di noi deve partecipare con il suo mattoncino e spero che tutte le associazioni e tutte le organizzazioni che scendono in campo ogni giorno con questo ideale riescano davvero a darci lo spazio per autodeterminarci e autogestirci concretamente in una realtà in cui a volte la speranza sembra essere ormai morta. 
Il mio pensiero utopico come i pensieri utopici di tutti voi non devono smettere di far parte di quella forza che permette di porre resistenza alle ingiustizie e di avere voglia di ricostruirci.
Un abbraccio solidale collettivo.

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