mercoledì 7 gennaio 2009

alla fine delle feste


All'ultimo dell'anno il mio cavaliere mi ha portato a ballare alla Latteria Molloy, là sapevo che c'era Dora, il suo ragazzo metteva i dischi. Siamo partiti in bicicletta sotto la neve dopo avere un po' litigato: il manto bianco che si stendeva sotto le nostre pedalate ci ha ammorbiditi sempre di più, così siamo arrivati in armonia resi allegri dai fiocchi bianchi che ci rendevano romantica e speciale la nottata.
Ci ha accolto Dora tutta felice e io dentro di me ero supercontenta della sua felicità. Io ho ballato tutto il tempo mentre lui è rimasto vicino al bancone del bar ad osservare la gente e a scambiare due chiacchiere con i rastaboy giunti giustamente da lui. All'inizio mi ha detto che non gli andava di ballare perchè la musica non lo prendeva. Alla fine mi ha detto che non si sentiva a suo agio come si deve lì: in effetti io non avevo notato che lui era l'unico nero lì e mi sono sentita un po' in colpa e pure un po' scema per non averci pensato prima, qui non siamo nè a Firenze, nè a Bologna, nè in un posto dove mettono musica hip-hop: ok non sono tutti fighetti, ci sono parecchi trasparenti come lì ha chiamati Dora mezz'ora fa, ma siamo comunque a Brescia dove i bresciani stessi spesso fanno fatica a integrarsi tra di loro e rimane il fatto che qui lui è l'unico nero e anche se qui nessuno è razzista rimane quella maledetta barriera psicologica che spesso divide chi ha due culture diverse. Così il mio stellato stanotte è stato qui con me per farmi felice anche se magari avrebbe preferito festeggiare con gli amici che parlano la sua stessa lingua. Si fa un po' per uno: un po' con gli italiani un po' con i senegalesi, un po' mischiati. Lui però ha già imparato l'italiano mentre io devo ancora imparare il Wolof che se andiamo a trovare i nonni del nostro cucciolo non capisco niente nemmeno di francese. Adesso però devo dire che comincio a capire qualcosa. 
Ho ballato per tre ore, un po' con Dora e un po' da sola, qualche ragazzo avrebbe voluto ballare con me, ma io avrei preferito ballare con il mio ragazzo. Lei mi ha presentato un paio di persone, tra cui una giovane mammina come me: sarebbe bello incontrarci qualche pomeriggio! Più tardi è arrivato Ampelio insieme a diverse facce conosciute. Dopo mesi e mesi mi sono presa quella sbronza tanto desiderata e tanto goduta, così sono riuscita a farmi dire come si chiama da quel tipo bizzarro e interessante che vedo spesso passare in bicicletta, prima in bagno mi aveva quasi fregato il posto per scherzo, visto che lui va volentieri anche in quello delle donne, data la sua ambigua personalità. 
Io e il mio cavaliere quando abbiamo capito che io mi ero sfogata abbastanza e che lui aveva esaurito la sua paziente energia osservatoria partecipativa ce ne siamo andati. Sappiamo che torneremo qui a vivere questa città che dobbiamo renderci più dolce.
Al ritorno è stato fantastico pedalare sulle nostre biciclette piene di neve in mezzo alla neve che ci faceva sentire: quanto ci vogliamo bene soli io e te nella notte nevicata!

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