domenica 6 settembre 2009

a settembre 2009

Ieri a casa dello zio di Amadou c'era poco da mangiare dopo il tramonto e il calvario quotidiano del ramadan. Gli assegni di disoccupazione sono finiti, il mio uomo non trova il posto lavoro che cerca ovunque da un anno, non ci sono soldi. Io pure non ho trovato un occupazione, così mi sono iscritta a un corso di formazione per diventare bibliotecaria... E' arrivato il momento terribile a cui non avrei mai voluto assistere: le persone che non hanno i soldi per un pasto come si deve. Ieri sera mentre salutavo quello che da qualche giorno è diventato mio marito ho temuto di dover affrontare un attacco di panico nel mettermi a giacere nel letto con il nostro bambino, per fortuna però sono riuscita a controllare le mie emozioni e le mie paure e ad addormentarmi abbastanza tranquilla. Dobbiamo pensare positivo ho pensato mentre dentro di me so che dovremo vedere con i nostri occhi tutti gli effetti negativi della crisi e del feroce capitalismo che l'ha voluta provocare... Quelle persone che vagano per le strade senza una meta precisa, con i vestiti sporchi e con la visione della morte che gli è entrata nel viso dovrebbero vederle tutti con il massimo della solidarietà anzichè con un pacchetto sicurezza, peccato che molta gente in loro non veda altro che la paura atavica ignorante e troglodita dell'occupazione del proprio territorio. 
L'unica vera intelligente soluzione alla crisi non sono la competizione e la concorrenza ma la collaborazione tra cervelli, la solidarietà, la presa di coscienza che il mondo è più bello da vivere solo se tutti abbiamo la possibilità di renderci la vita più vivibile e non una gara a chi è più forte, più figo, più guerriero. Bisogna che le nostre menti lavorino perchè l'aria non venga più sporcata, bisogna davvero farci venire delle fantastiche idee perchè l'economia divenga sostenibile in ogni senso. La disoccupazione non ha senso, tutti abbiamo qualcosa da dare, tutti dobbiamo mettere in campo i nostri pensieri per trovare delle soluzioni che soddisfino soprattutto noi che dal basso abbiamo bisogno di scacciare la paura di rimanere senza lavoro. Il menefreghismo dilagante da parte di chi tanto i soldi ce li ha ancora e ne ha fatti ancor di più deve solo farci venire la voglia di partecipare a delle grandi azioni collettive costruttive. Non serve a nulla bruciare delle auto come hanno fatto in Francia, dobbiamo convogliare la nostra rabbia in nuove strutture collaborative, pacifiche, ecologiche, umane al fine di arrivare a un modello di società in cui il merito va a chi nella società fa delle cose che rendano i nostri insediamenti davvero più vivibili e non a chi ha avuto più potere per fottere gli altri e portarsi a casa il bottino, escort comprese.
Ognuno di noi deve partecipare con il suo mattoncino e spero che tutte le associazioni e tutte le organizzazioni che scendono in campo ogni giorno con questo ideale riescano davvero a darci lo spazio per autodeterminarci e autogestirci concretamente in una realtà in cui a volte la speranza sembra essere ormai morta. 
Il mio pensiero utopico come i pensieri utopici di tutti voi non devono smettere di far parte di quella forza che permette di porre resistenza alle ingiustizie e di avere voglia di ricostruirci.
Un abbraccio solidale collettivo.

lunedì 9 febbraio 2009

che vita.....!.....


Oggi Eluana Englaro dopo 17 anni di coma, di stato vegetativo permanente è morta. Se fossi Eluana in questo momento direi questo al telegiornale: "Non so come esprimermi in questo preciso istante, ma prima di tutto direi che mi stanno facendo quasi tutti schifo quelli stanno parlando di me in televisione, soprattutto Berlusconi, a cui non importa nulla degli italiani che non hanno un lavoro, e che di conseguenza non possono permettersi nemmeno di curarsi. Il governo che si dice preoccupato per me ha appena varato il cosiddetto "pacchetto sicurezza" che non permette ai migranti di andare dal medico, non mi pare che questo sia rispetto della vita umana, e poi dicono di preoccuparsi di me che sono già morta: la trovo una contraddizione evidente. Avrei tanta voglia di dormire davvero, ma non ci riesco perchè sono davvero arrabbiata per quello che avete fatto a mio padre e a tutti quelli che mi vogliono bene, solo per le vostre smanie di potere Vaticano. Il Vaticano il Vaticano che prima si preoccupa di massacrare la gente facendola morire di fame con i suoi giochi finanziari e poi dice di salvarla: fanno tutto loro. Se mai conoscerò Dio gliene dirò 4 per avermi fatto passare 17 anni di merda in ospedale, per aver fatto soffrire chi mi vuole davvero bene, chi mi è stato davvero accanto. L'unico rimpianto che ho in questo momento della mia morte è non aver potuto prendere a cazzotti tutti quei politici che fanno finta di essere proccupati per me, in questo momento li vorrei vedere tutti in coma con un sondino nello stomaco. Ecco mi sono sfogata, me ne vado per sempre in un posto migliore..... "

venerdì 6 febbraio 2009

day by day


Alla fine la giornalista l'ho fatta oggi: ovviamente quando uno programma una cosa perchè il cielo è in una determinata maniera quello in un'ora cambia; così, siccome le nuvole se ne sono andate ed è spuntato il sole, l'altro giorno ho fatto il personaggio dell'eterna innamorata, mentre oggi che piove di nuovo ho fatto la giornalista puttana.
D. ha avuto l'idea di formare un collettivo di artiste, stiamo organizzando una mostra tutte e quattro insieme, dobbiamo decidere il nome sia della mostra che del collettivo.
Ora sono distrutta stamattina ho incredibilmente passato l'aspirapolvere, tutto per aspettare che il sole andasse verso ovest e che entrasse più luce nella veranda set-fotografico.
Quest'umidità mi ha fatto venire un po' di dolorini al collo e alle spalle, voglio convincermi che non devo curarmi più di tanto, non voglio rendermi conto che il mio corpo si sta avvicinando sempre di più ai trent'anni, ohi che male.. Devo assolutamente convicere il mio amato a farmi dei massaggi.
Ho sentito alla trasmissione radiofonica "Beate Lesbiche" che quest'anno il Vaticano ha perso il 10% dei consensi, per la questione di Eluana Englaro e per la questione dell'omosessualità: avrebbe dovuto perderne di più. Io credo che non avrei assolutamente voglia di vivere come una morta, e dato che sono proprio quelli della Chiesa che parlano tanto di vita eterna non vedo perchè Eluana non dovrebbe essere libera di andare a vivere la sua vita eterna in un posto in cui non sarebbe nè in coma nè in ospedale, ma libera di risvegliarsi con un corpo nuovo in paradiso. Per quanto riguarda la questione dell'omosessualità credo che una parte di me sia lesbica, anche se non ho mai amato una donna e non mi sento per niente malata o pervertita. Credo che ad essere pervertiti siano quegli uomini che pretendono di dimostrare al mondo che loro non faranno mai l'amore con nessuno, non si uniranno mai a una donna, non ameranno mai un uomo sessualmente e nello stesso tempo saranno perennemente stabili mentalmente.
Anche i preti sono uomini, non hanno niente di divino, infatti a volte capita pure che siano pedofili: la repressione fa male.
Oltre a queste attualità: per la cronaca io e A. non abbiamo ancora trovato un lavoro, però l'altro giorno siamo andati ad un ufficio della CISL che si occupa di corsi di formazione: purtroppo sono già tutti cominciati ma a novembre spero di essere chiamata per un corso per diventare bibliotecaria... essere bibliotecaria è un idea che mi mette le ali ai piedi... Invece ieri A. è andato alla regione per informarsi su altri corsi, ma per il momento l'hanno mandato in altri uffici e all'associazione "Diritti per tutti", lì dovrebbero dargli informazioni sui corsi di formazione per immigrati.
A proposito di immigrati ieri il governo ha approvato.... vediamo cosa dice Indymedia: "Il 5 febbraio è stato approvato in Senato il pacchetto sicurezza, la legge razzista che introduce l'aggravante della clandestinità e il reato di "immigrazione clandestina" e renderà la vita dei migranti ancora più precaria e soggetta a facili ricatti. Il pacchetto, rispetto a quello passato quest'estate, prevede inoltre classi separate di bambini italiani e stranieri nelle scuole, i CPT diventano centri di identificazione e espulsione (CIE) dove rischiare di essere detenuti anche per 18 mesi e l'obbligo dei medici, che per altro si sono opposti, di denunciare i clandestini che richiedono un'assistenza medica di pronto soccorso, per finire con l'obbligo di mostrare i documenti per spedire soldi ai familiari".
Ho anche sentito che i ricongiungimenti familiari saranno più difficili. Mio figlio è nato da quasi due anni e la sua nonna e il suo nonno paterni non l'hanno ancora potuto incontrare perchè vivono in Senegal. Per il momento non abbiamo i soldi per pagare la fideiussione per far venire qua almeno la nonna, il visto è troppo costoso e difficile da ottenere per venire qui. Noi pure non siamo ancora riusciti ad andare dai nonni perchè il biglietto aereo e il viaggio non sono mica gratis. Proprio io non capisco perchè dobbiamo pagare una fideiussione di più di 500 euro per far venire qui la nonna di mio figlio per dieci, venti giorni: di cos'hanno paura questi leghisti?: che una sarta senegalese voglia vivere a Brescia? Credo che Brescia non faccia proprio per lei. Penso proprio che ce ne andremo noi a vivere a Dakar pur di non avere dei vicini fascisti.
Sbuf, ogni volta che penso alla nonna del nostro cucciolo che non l'ha ancora conosciuto e che si deve accontentare di vedere la sua fotografia di quando aveva 2 mesi appesa in salotto mi viene il magone, allora cerco di non pensarci. Tre settimane fa ho detto al mio bimbo di fare un bel disegno per la nonna H. che vive in Senegal, ha fatto un opera d'arte che non finiva più, ha colorato colorato con i pennarelli fino a fare un buco nel foglio: chissà se il suo impegno era davvero proporzionato alla distanza che lo divide dalla sua nonna africana... il disegno le è arrivato pochi giorni fa, così ha chiamato il suo bimbo grande per dirglielo rendendolo di nuovo pieno di nostalgia: perchè la mia mamma non ha ancora potuto abbracciare mio figlio.......................................................................?..............................................................................
.......................................................la mia fredda risposta: perchè chi è al governo non sa cosa sia l'umanità.
Morale: dato che qui non ho una vera grande famiglia è probabile che se mia mamma riesce ad andare in pensione e ad avere la sua liquidazione prima che il governo gliele freghi, cioè tra due anni, ce ne andremo tutti insieme dai nonni in Senegal e addio Brescia, arrivederci Europa civile.
Questo mal di collo mi toglie la fantasia: è ora che vada a raggiungere il mio cucciolo.

martedì 3 febbraio 2009

piove piove piove sul nostro amor


Chissà perchè scrivo qui quasi sempre mentre piove: forse perchè quest'anno piove quasi sempre e forse perchè la pioggia spinge a scrivere fiumi di parole. 
Io e il mio amato non abbiamo ancora trovato un lavoro, io però sto progettando una mostra con altre tre artistelle. 
Mia mamma un mesetto fa ci ha chiesto se potevamo andare a chiedere ai servizi sociali per un contributo finanziario, dato che siamo disoccupati e lei non ce la fa ad arrivare alla fine del mese. Vai in quell'ufficio, chiama quell'altro ufficio: ci hanno mandato ai servizi sociali AREA MINORI dall'assistente sociale: che paese di merda. Sì già lo sapevo che poteva solo andare a finire più o meno così, ma non è giusto: in Germania, in Norvegia, in Danimarca non funziona così. Insomma siamo andati da quest'assistente sociale che ci ha fatto sentire dei rifiuti della società pur di far sì che noi non chiedessimo soldi, la prescrizione di quest'amministrazione comunale filoberlusconiana. Ero già rabbiosa prima di entrare nell'ufficio: sulla bacheca un bel manifesto: dai 400 ai 6000 euro (cosa? 6000 euro!!!!!) per l'installazione di impianti di videosorveglianza per controllare le case dei bresciani. Io povera non posso chiedere un contributo per arrivare alla fine del mese mentre chi ha il villone può ottenere un finanziamento per mettersi le videocamere!!! Questo è il welfare italobresciano. Alla fine del colloquio l'assistente sociale mi dice di tornare con la nostra dichiarazione sostitutiva unica e il calcolo dell'ISE, i documenti che dovrebbero attestare che siamo abbastanza poveri per avere diritto a un aiuto per pagare l''asilo nido del nostro cucciolo. Torniamo il giovedì successivo: che fortuna non siamo abbastanza poveri! Bhè in effetti grazie al reddito statale di mia madre possiamo permetterci di non andare al discount e un fido di mille euro che utilizziamo interamente ogni mese. L'assistente sociale al secondo colloquio ci ha detto:"Non sapete neanche che cosa chiedere!!!", bhè se non me lo sa dire lei a che cosa possiamo avere diritto. "Avete qua le bollette per dimostrare che non le pagate?": "Scusi ma devo farmi togliere l'elettricità e non avere l'acqua calda o il gas per far da mangiare con un bambino di neanche 2 anni in casa per venire qui a chiedere un aiuto?" (cosa...?dobbiamo diventare anche noi palestinesi?)..... "Allora la prossima volta torno con le bollette non ancora pagate!" le dico... Ecco devo dire che il Family Day in difesa delle famiglie italiane è proprio servito: a farci fottere meglio da chi ha vinto le elezioni. Certo chi sta al governo adesso dà la colpa alla crisi economica internazionale: peccato che anche se siamo il secondo paese al mondo con più riserve d'oro gli interventi di questo governo contro questa crisi fanno ridere i polli intelligenti: qui si parla di 400 milioni di euro per l'industria automobilistica mentre in Germania di 54 miliardi e dico miliardi: forse perchè là qualcuno paga le tasse? Forse perchè là non ci sono condoni fiscali? Forse perchè là chi evade le tasse viene punito severamente? Forse perchè là c'è un po' più di senso dello stato?
Ok siamo in Italia: l'assistente sociale ci dice: "Possibile che non abbiate ancora trovato lavoro?", tra noi pensiamo che è scema e/o stronza: se con la crisi economica licenziano invece che assumere non le sembra normale che sia difficile trovare lavoro? Sì ha ragione non abbiamo particolari problemi mentali, non siamo alcolizzati, non ci droghiamo, potremmo fare a meno di essere lì, ma siccome non sappiamo più che cazzo fare per andare avanti siamo finiti qui da quest'assistente sociale con la faccia da pompinara: ve lo giuro: ha una faccia davvero volgare,  sembra che abbia il naso e le labbra rifatte, sembra un'attrice porno fuori tempo massimo: "Anch'io sono stata disoccupata e vi capisco ma vi dovete impegnare!" ci dice. Quello che mi dà più fastidio è essere finiti da una signora che ci dice quello che dobbiamo e che non dobbiamo fare come se fossimo scemi. "Io non sono un burocrata!" ci dice. In effetti quello che io cercavo era qualcuno che ci consegnasse un modulo da compilare per ottenere dei contributi finanziari dato che abbiamo un figlio e siamo disoccupati, ma siccome non siamo in un paese civile per ragioni di soppravvivenza ci è toccato arrivare fin qui. Bo? Mi pare di essere ai servizi sociali solo perchè mia mamma mi ha detto di informarmi e perchè dovevamo trovare una meta insieme in questi giorni di disoccupazione, soprattutto del mio compagno. Io sono sempre occupata con l'arte. La settimana prossima andrò dall'assistente sociale a sbandierarle le bollette che non abbiamo ancora pagato di cui ci deve arrivare o è arrivato il sollecito, voglio arrivare fino in fondo alla questione.
Ora sto aspettando che il sole arrivi ad ovest per fare le foto a un nuovo personaggio che impersonificherò: la giornalista puttana. Set: il luogo dell'assassino. Luce: da giornata di pioggia: oggi tempo perfetto. Infatti mi sento un mattone in testa. Ho bisogno di più luce nella stanza del set, altrimenti le foto mi vengono troppo scure, quindi aspetto che il sole le arrivi diretto.
Intanto ascolto gli Einstuerzende Neubauten.
Corolle di fiori appassiscono sotto i vetri illuminati e io mi chiedo: perchè? 
Il Sole più non c'è ma arriverà il giorno in cui scoppierà di gioia nella sua nuova casa.

Ciao! L'elicottero è passato.



martedì 27 gennaio 2009

___adesso....


Adesso ci siamo proprio rotti, adesso siamo stufi, stanchi, annoiati, sviliti, tutte tutte tutte tutte tutte le agenzie interinali abbiamo fatto passare: compili la scheda, l'ennesima scheda, no non ho la patente, sì ho il furgone, no non è vero. Cerco di aiutare un ragazzo che non sa l'italiano: "No non può!" Mi dice la signorina: "E' contro il regolamento!", ah ho capito se no non capiscono quanto non sa l'italiano, dopo lo aiutano loro a finire di compilare 'sta scheda: ne ho la nausea di tutte queste schede delle agenzie interinali, ne ho la nausea delle agenzie interinali, che vadano a farsi fottere loro e tutte le loro cazzo di agenzie interinali, oggi forse avrei preferito mettermi a mungere una vacca alle 5 del mattino (a che ora si alzano le vacche?), piuttosto di avere come obiettivo scegliere un lavoro in fonderia o il rischio di cadere giù da un tetto, non lo so non lo so non lo so, forse avrei dovuto imparare meglio l'italiano, forse aveva ragione mio padre: "Vai a fare l'avvocato!". Tanti lo dicono:"Avrei dovuto studiare di più!". Bhè ora che siamo tutti disoccupati abbiamo più tempo per andare in biblioteca: andiamo tutti in biblioteca! Un giorno un barista mi ha chiesto: "Ma allora serve leggere?". Direi di sì, soprattutto quando non sai più cosa fare della tua vita e ancora più soprattutto quando devi risponderti a domande di carattere scientifico. Qualcuno ha qualche domanda a carattere scientifico? Vi faccio un esempio: "Il latte materno è più o meno nutriente del latte artificiale?": risposta scientifica: "Il latte materno è assolutamente più nutriente e salutare del latte artificiale, visto che, tra le altre cose, il latte artificiale non contiene l'amore della mamma."
Quindi, visto che qualcuno ha ancora il coraggio di porsi certe domande, visto che tanti di noi sono disoccupati andiamo tutti in biblioteca a diventare tutti più intelligenti.

lunedì 19 gennaio 2009

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Finalmente il 13 gennaio io e il mio uomo siamo andati all'appuntamento alla questura per avere il suo permesso di soggiorno per motivi familiari, avevamo preso appuntamento almeno un mese prima. Uno ha un figlio italiano quindi il permesso di soggiorno glielo dovrebbero dare alla svelta: non è per nulla così. Fatto sta che abbiamo pagato 80 euro per fare la richiesta tramite le poste perchè nessuno ci aveva fatto sapere che lo potevamo fare più velocemente ed economicamente prendendo appuntamento alla questura per l'ex art.19. Non so cosa sia l'ex art.19 a dire la verità, cavolo mi dovrei informare, comunque bisogna prendere appuntamento dicendo per l'ex art.19. Siamo arrivati puntuali in bicicletta, l'appuntamento era alle 8,30. Entriamo nello storico tendone che stavolta è a sinistra invece che a destra dell'entrata della questura: forse a destra si sono decisi a costruire una struttura di cemento dove non far morire di freddo la gente e dove rispettare un po' di più la dignità delle persone che migrano qui e pagano le tasse, perchè senza lavoro non se magna, e chi è un lavoratore dipendente le tasse le paga per forza. Facciamo la fila, arriviamo da questo signore con i capelli bianchi che lavora al freddo e ha il compito di consegnarci un modulo da compilare e il numero del nostro turno, abbiamo il numero 10. Ci sediamo e il mio amato è deciso a fare lo stoico: "Perchè non andiamo sotto quei cosi che sparano l'aria calda in mezzo al tendone?" gli dico, "Dai resistiamo!" mi risponde lui. Si va bhè in realtà non è che avessi tanto freddo, ma dico perchè non approfittare della comodità dato che in questo momento non ci sono bambini che necessitano quei posti lì in mezzo?... Intanto ringrazio Dio perchè mio figlio non deve fare la fila come i bambini delle donne immigrate che sono qui sole e non hanno nessuno che glieli possa tenere o che forse se li devono portare per forza per questioni burocratiche... bhè per fortuna in parlamento non hanno deciso di prendere le impronte anche ai bambini. Più guardo le mamme con i bambini nelle carrozzine e nei passeggini più mi viene il nervoso: non è giusto che loro siano qui ad aspettare al freddo: voglio un  mondo libero!
Il funzionario incappottato robusto e dallo sguardo da chiuso mentale tipico di questa provincia va avanti e indietro dal tendone al salone interno alla questura, man mano chiama i numeri delle persone che aspettano, alcuni appena arriva si alzano speranzosi così lui si irrita perchè gli si avvicinano tutti e dice che devono stare seduti finchè non sentono chiamare il loro numero; io penso: magari a volte qualcuno si alza perchè non capisce bene l'italiano e vuole la conferma che non sia stato il suo numero ad essere chiamato. Il mio amato dice che qui trattano sempre male tutti, o meglio che sono degli stronzi. Io spero che esageri ma a giudicare dai modi di quel tipo mi pare che il rispetto degli immigrati non sia la priorità nel suo modo di lavorare e di essere. Il mio amato è venuto qui migliaia di volte e mi dice che migliaia di volte qui  non si è sentito rispettato.
Finalmente arriva il nostro turno per entrare a far la fila dentro la questura. Davanti a noi c'è una ragazza mulatta che a me pare un avvocato e insieme a lei c'è una signora anziana con i capelli bianchi che da dietro mi sembrava bianca e che invece era nera come la nonna del mio amato, solo che la nonna che è qui a due passi da noi sembra uscita da un film ambientato a New Orleans negli anni '50 e pare essere rimasta molto lontana dalla sua mamma Africa. Ci guardiamo in giro, commentiamo, parliamo, aspettiamo, ci facciamo talmente bene compagnia che quando è quasi arrivato il nostro turno allo sportello non mi sembra di avere aspettato molto. La ragazza mulatta con l'aria innocente e dolce arriva allo sportello, dopo di lei ci siamo noi, io continuo a chiedermi chi sarà questa ragazza così ben vestita, con degli stivali di pelle marroni dal taglio sobrio ed elegante e dal cappottino bianco panna col bordo di pelliccia, e poi vedo che il signore anziano che girava vicino a noi è dietro di lei e la nonna, il mio amato mi dice: è cubana. Io gli dico che non ce la farei mai ad andare con uno così brutto e pure vecchio anche se è pieno di soldi; lui mi fa capire che viene da una realtà diversa, capisco: io penso non ce la farei mai a fare la puttana, il signore con i capelli bianchi che ha sposato una bella ragazza giovane dei tropici intuisce i nostri commenti e si vergogna. La ragazza cubana ha quasi conquistato i documenti per sè e sua madre e se va, finalmente è il nostro turno. Spieghiamo all'impiegata che noi abbiamo già fatto la richiesta tramite le poste ma che vogliamo farla direttamente qui in questura perchè ci hanno detto che così possiamo avere prima il permesso di soggiorno, visto che vorremmo andare in Germania. Lei ci chiede tutta la documentazione necessaria, noi le consegnamo la pila di fogli e lei mi chiede se mio figlio è italiano: io le dico che io sono italiana e che quindi mio figlio è italiano, allora lei mi chiede la carta d'identità così fa una fotocopia. Bene ora ha la prova che io sono italiana e che mio figlio è cittadino italiano, abbiamo anche l'estratto di nascita rilasciato dal Comune dove c'è scritto che è nato in Italia. Torna con la fotocopia della mia carta d'identità e mi restituisce quest'ultima e mi chiede di nuovo: "Ma suo figlio è italiano?", io rimango dentro di me di sasso (ma questa mi tira per il culo?), le rispondo che sì è italiano, io sono italiana e lui è italiano, nato in Italia. Dopo che mi ha chiesto tre volte se mio figlio è italiano e essere andata avanti e indietro tre volte dall'ufficio a chiedere direttive è tornata dicendomi che dovevo compilare una dichiarazione in cui dovevo scrivere  che mio figlio è italiano. Mentre lei se ne va di là vedo che noi siamo i primi dell'elenco degli appuntamenti appoggiato vicino al vetro: c'è una lista di venti persone: a tutti e 20 è stato dato appuntamento alle 8,30. Per essere più chiari vi faccio l'esempio pratico:
  1.      8,30     Hassan Al Turabi     
  2.      8,30     Vladimir Putin
  3.      8,30     Amira Hass
  4.      8,30     Mohammed Alì
  5.      8,30     Abbas Kiarostami
  6.      8,30     Moussa Ba
  7.      8,30     Khalil Gibran
  8.      8,30     Anton Checov  
  9.      8,30     Chitra Banerjee Divakaruni
  10.      8,30     Yoani Sànchez
  11.      8,30     Jorge Luis Borges
  12.      8,30     Hosni Mubarak
  13.      8,30     Sergej Michajlovic Ejzenstein
  14.      8,30     Kim Ki Duk
  15.      8,30     Xiao Jiang
  16.      8,30     Nikhil Advani
  17.      8,30     Juan Rulfo
  18.      8,30     Lashanta Wickramatunga
  19.      8,30     Elza Kungaeva
  20.      8,30     Thanh Nien
 Così mi sento doppiamente presa in giro, sembra che facciano apposta a fare aspettare la gente e a fare domande stupide e senza senso per far sì che la fila di persone non finisca mai di aspettare quel cavolo di documento che permette a chi non è nato in Europa di stare in Europa.
Finisco di compilare il modello in cui dichiaro che mio figlio è italiano, figlio di un italiana, nato in Italia e lo consegno all'impiegata. Lei dopo aver ricontrollato il malloppo di documenti ci dice che dobbiamo andare a ritirare il n. della fotosegnalazione allo sportello 8. Ci avviamo e allo sportello 8 non c'è nessuno ad aspettare così ci affacciamo al vetro: colui che sta al di là del vetro ci guarda con aria da stronzo e ci dice: "Dovete stare dietro la linea gialla" in una maniera che mi viene ancora voglia di prenderlo a sberle visto che il suo respingerci era dovuto al suo dover litigare con il suo collega e al suo non voler far sentire quello che dicevano e non al diritto di privacy degli utenti che stanno davanti alla linea gialla. Dopo un po' che aspettiamo che i due colleghi dello sportello 8 finiscano il primo round finalmente quello con la maglia blu da polizziotto in ufficio ci chiede cosa vogliamo: il n. di fotosegnalazione... Inizio del secondo round... aspettiamo aspettiamo e mi rompo sempre più le palle che iniziano pure a girarci così inizio a guardare il signorino "Dovete stare dietro la linea gialla" cercando di cogliere il suo sguardo per fargli capire: "Non ho nessuna intenzione di aspettare 20 minuti qui mentre voi discutete anzichè rispettare i nostri sacrosanti diritti", colto il mio sguardo il suo nemico inizia a preparare (mentre continua a discutere) un cartellino 5 x 5 cm su cui impiega almeno 2 minuti a fare un timbro con il numero di fotosgnalazione delle impronte delle dita del mio amato. Finalmente ce lo consegna: abbiamo l'ultimo documento da consegnare all'impiegata dello sportello VARIE senza fare la fila. Arriviamo in mezzo alla calca, allo sportello vicino c'è un uomo dell'est piuttosto trasandato (che cosa sta vivendo?cos'è tutto il suo dolore?) che si sta facendo rilevare le impronte dal poliziotto impiegato addetto alla macchinetta che fa le fotosegnalazioni: appoggia un dito alla volta: tutte e dieci le dita delle mani! mi sembra un esagerazione. Siamo tutti clandestini. Il mio amato mentre io osservo consegna il n. di fotosegnalazione: l'impiegata non trova la nostra pila di documenti: sono lì gli dice. "Hanno bisogno d'aiuto" commenta un signore italiano che forse è qui per i documenti della sua badante.
Finalmente usciamo dalla questura, a me è venuta tanta fame, così andiamo a berci un cappuccio con la brioches al bar qui di fronte. Mi chiedo cosa pensi ogni giorno la barista di tutti quelli che ogni giorno prima vanno a fare la richiesta per il permesso di soggiorno e poi vengono qui a ristorarsi con un caffè.

mercoledì 7 gennaio 2009

alla fine delle feste


All'ultimo dell'anno il mio cavaliere mi ha portato a ballare alla Latteria Molloy, là sapevo che c'era Dora, il suo ragazzo metteva i dischi. Siamo partiti in bicicletta sotto la neve dopo avere un po' litigato: il manto bianco che si stendeva sotto le nostre pedalate ci ha ammorbiditi sempre di più, così siamo arrivati in armonia resi allegri dai fiocchi bianchi che ci rendevano romantica e speciale la nottata.
Ci ha accolto Dora tutta felice e io dentro di me ero supercontenta della sua felicità. Io ho ballato tutto il tempo mentre lui è rimasto vicino al bancone del bar ad osservare la gente e a scambiare due chiacchiere con i rastaboy giunti giustamente da lui. All'inizio mi ha detto che non gli andava di ballare perchè la musica non lo prendeva. Alla fine mi ha detto che non si sentiva a suo agio come si deve lì: in effetti io non avevo notato che lui era l'unico nero lì e mi sono sentita un po' in colpa e pure un po' scema per non averci pensato prima, qui non siamo nè a Firenze, nè a Bologna, nè in un posto dove mettono musica hip-hop: ok non sono tutti fighetti, ci sono parecchi trasparenti come lì ha chiamati Dora mezz'ora fa, ma siamo comunque a Brescia dove i bresciani stessi spesso fanno fatica a integrarsi tra di loro e rimane il fatto che qui lui è l'unico nero e anche se qui nessuno è razzista rimane quella maledetta barriera psicologica che spesso divide chi ha due culture diverse. Così il mio stellato stanotte è stato qui con me per farmi felice anche se magari avrebbe preferito festeggiare con gli amici che parlano la sua stessa lingua. Si fa un po' per uno: un po' con gli italiani un po' con i senegalesi, un po' mischiati. Lui però ha già imparato l'italiano mentre io devo ancora imparare il Wolof che se andiamo a trovare i nonni del nostro cucciolo non capisco niente nemmeno di francese. Adesso però devo dire che comincio a capire qualcosa. 
Ho ballato per tre ore, un po' con Dora e un po' da sola, qualche ragazzo avrebbe voluto ballare con me, ma io avrei preferito ballare con il mio ragazzo. Lei mi ha presentato un paio di persone, tra cui una giovane mammina come me: sarebbe bello incontrarci qualche pomeriggio! Più tardi è arrivato Ampelio insieme a diverse facce conosciute. Dopo mesi e mesi mi sono presa quella sbronza tanto desiderata e tanto goduta, così sono riuscita a farmi dire come si chiama da quel tipo bizzarro e interessante che vedo spesso passare in bicicletta, prima in bagno mi aveva quasi fregato il posto per scherzo, visto che lui va volentieri anche in quello delle donne, data la sua ambigua personalità. 
Io e il mio cavaliere quando abbiamo capito che io mi ero sfogata abbastanza e che lui aveva esaurito la sua paziente energia osservatoria partecipativa ce ne siamo andati. Sappiamo che torneremo qui a vivere questa città che dobbiamo renderci più dolce.
Al ritorno è stato fantastico pedalare sulle nostre biciclette piene di neve in mezzo alla neve che ci faceva sentire: quanto ci vogliamo bene soli io e te nella notte nevicata!