martedì 23 dicembre 2008

no-no-no-no-no-no-no: voglio che i miei diritti vengano rispettati!


L'ho fatto di nuovo, sono scappata un'altra volta, in questo momento sto bidonando quelli dell'old west, una specie di fast-food ristorante al piano di sopra della Freccia Rossa, il nuovo centro commerciale nel centro di Brescia. Irresponsabile probabilmente è il termine più diffuso e adeguato per definirmi. Ma se dovessi dare una giustificazione assolutamente matura è questa: sono arrivata lì all'entrata alle 10.27 (il colloquio era alle 10.30), il locale era ancora chiuso così ho pensato: leggo il menù così mi preparo psicologicamente, non ho mai mangiato qui, non so nulla di questo posto, fammi informare: più scorrevo i tipi di hamburger e insalatone e più mi si formavano le lacrime agli occhi: non c'era niente che la mia mente volesse memorizzare, ricordo solo la figura degli hamburger con le patatine e una spruzzata di ketchup, non un nome di quelle trovate che mi interessi: no, no, no! è successo di nuovo come quella volta da Benetton e quell'altra volta da Pimkie: il Demone di nuovo: NO NO NO tu qui non ci entri!: PIANGI PIANGI PIANGI così non potrai entrarci, eccole sono arrivate le lacrime a portarti via di qui: eh scusa mica puoi presentarti a un colloquio piangente: penseranno: vedo che la alletta l'idea di lavorare qui: risposta: si infatti... Mi si forma un nodo alla gola: MA adesso che ho un figlio non posso comportarmi come facevo prima, non posso scappare, un lavoro è sempre un lavoro: lascio il menù, ho bisogno di bere, vado, scendo al supermercato per comprare una bottiglietta d'acqua, il nodo mi stringe un po' la gola: ahi! non voglio che gli altri mi vedano piangere, la mia arte la mia arte la mia arte, la mia ignoranza, voglio studiare: non me ne frega un cazzo dei vostri panini imbottiti e dei vostri piatti di carne: non ho nessuna intenzione di utilizzare il mio cervello allo scopo di imparare a memoria i vostri ingredienti e i nomi delle presunte leccornie che sfornate: io non lavorerò per voi: giro per il supermercato alla ricerca dell'acqua, trovata: non voglio lasciare un euro a questo supermercato di merda: resisterò, berrò a casa. Non ho ancora bevuto. Vado a bermi un bicchiere d'acqua. Fine della confessione.
Avrei preferito stare a leggere il libro di Jodorowski che avevo trovato in libreria (nell'attesa di recarmi all'old west da vera donna impegnata a trovare un'occupazione) mentre cercavo un libro di una scrittrice italiana o asiatica o africana da regalare a mia zia per Natale. Ho trovato il libro di una donna marocchina di cui non ricordo più lo pseudonimo, sul libro non c'è il vero nome, penso proprio che le regaleremo quello. 
Mi sento un'adolescente che ha fatto quello che non doveva fare e nello stesso tempo dico: perchè non ci mandate Nicole Kidman a lavorare lì? In effetti io non sono così figa e certamente non ho le sue doti di attrice, ma perchè nessuno mi ha fatto fare un corso di recitazione serio quando se lo potevano permettere? Sempre dietro a dare la colpa agli altri: fatto sta che io avevo dei diritti che non sono stati rispettati: c'è scritto nella costituzione: "E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese." e poi "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società". Il mio scopo in questa società non è quello di servire alla gente pseudoamericanate con contorno di arachidi e E621, ma siccome non ho un euro mio in tasca ho provato per l'ennesima volta a farmi andare bene un lavoro di cui non me ne frega niente e per l'ennesima volta me ne sono andata ancora prima di avere iniziato. Più di una volta me ne sono andata dopo circa un'ora di prova, una di queste volte avvenne alla forneria scongelapane impastato dalle parti di Cesena da vendere col sorriso da velina in via S. Faustino a Brescia. E tra l'altro "E' dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio": io sono rinata dopo il divorzio dei miei genitori ma mio padre non mi ha voluto sostenere mentre facevo l'università, mia madre non se lo poteva permettere granchè e soprattutto non è mai stata capace di risparmiare e lo stato non mi è stato di grande aiuto. Io lavoravo e studiavo e quando mi sono resa conto che comprandosi una moto mio padre mi tirava proprio per il culo di conseguenza sono crollata sotto il peso delle responsabilità che non mi sarei mai dovuta prendere io interamente, dato che lo studio è un diritto e che quello che chiedevo a mio padre non erano capricci o elemosina: non avrei mai dovuto sentirmi in colpa come lui mi faceva sentire.
... al di là di ciò domani opterò per l'agenzia che colloca all'interno del museo di S.Giulia giovani con la funzione di controllare e assistere i visitatori: in mezzo alla cultura non mi metto certo a scappare.

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