giovedì 11 dicembre 2008

autunno piovoso inverno burrascoso primavera surprise


E anche oggi piove. Ieri sono andata di nuovo dalla medica. Mi ha detto che sono guarita. Sono guarita anche se non ho fatto l'areosol, ho preso solo l'antibiotico. Spero che essere andata in bici sotto la pioggia non mi faccia ammalare di nuovo e che i miei anticorpi siano tornati alla carica come si deve. 
Qualche settimana fa ho chiesto al mio stellato se i senegalesi mangiano insieme nello stesso vassoio anche con chi ha l'influenza: mi ha risposto di sì perchè non sono stronzi come noi europeiani e che se uno non ce la fa ad alzarsi mangia a letto. Va bhè noi saremo degli egoisti cronici, ma anche loro a volte non scherzano in bastardaggine. Comunque ieri dicevamo che se fossimo in Senegal io e il mio bambino saremmo meno soli e non farei tutta sta fatica a farlo smettere di ciucciare il mio latte perchè ci sarebbero un sacco di persone che ci starebbero vicine, che lo porterebbero a spasso, e poi starebbe con tanti altri bambini senza dover attraversare mezzo centro storico per raggiungere uno spazio sociale per l'infanzia. Anche là ci sono gli asili (che famiglie normali non si possono assolutamente permettere) però nella gran parte dei casi non ce n'è di bisogno perchè tra famiglia, amici, vicini di casa ci si aiuta a badare  ai bimbi. Non posso immaginare come sia realmente là la vita, so che ci saranno delle cose che non mi piaceranno e so anche che forse qui non è davvero meglio, anche se abbiamo ospedali più efficenti e c'è più possibilità di trovare un lavoro, nonostante al momento non si nuoti in buone acque industrialmente parlando e in non pochi casi nemmeno a livello sanitario... Una mia amica mi ha detto che là non si sentiva mai sola.
Finchè non ci vado in Senegal posso viverne qualcosa solo attraverso i racconti... Non sono mai stata in Spagna ma a forza di sentirne parlare a volte mi sembra quasi di esserci stata davvero. 
Non so se succeda la stessa cosa ogni giorno a tutti gli altri precari italiani, ma ho l'impressione che tutti stiamo vivendo con la testa in un altrove indefinito che può essere un altro paese europeo come un isola sperduta nell'oceano dove creare una comune, è come se il presente si fosse cristallizzato nei nostri sogni irrealizzati e nei nostri desideri più o meno irraggiungibili o più o meno raggiungibili, in un attesa che lotta dentro il nostro quotidiano agire.
Ora sono stanca, mi sto martoriando il cervello montando un video con la frenesia di una che sta per perdere l'aereo e ha fretta di arrivare, dove poi non si sa. Stasera c'è l'inaugurazione di una mostra alla Galleria dell'Ombra, mi ha dato l'impressione di essere una galleria tranquillona, è un bar galleria; uno di questi giorni devo mettermi d'accordo con la responsabile delle esposizioni per farle vedere il mio book, finalmente l'ho portato a termine e mi sono accorta che ho svariati progetti da portare a termine, anzi da far evolvere.
Mi è venuto il mal di collo a forza di stare al computer, vado a farmi un giro.


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